La storia dell’high diving
Il cliff diving o high diving è uno sport estremo che consiste nel tuffarsi in mare da alte scogliere.
Il primo aspetto ricollegabile ai truffi dalle grandi altezze risale al 1770, quando Kahekili, l’ultimo re indipendente dell’isola di Maui e a capo di quattro isole, si impegnò in una pratica chiamata “lele kawa” che sta a significare: saltare da rocce molto alte, entrando prima con piedi ed evitando schizzi elevati.
Per dimostrare il loro coraggio e la loro lealtà, Kahekili costringeva i suoi nakoa (guerrieri) a seguire il suo esempio saltando nelle acque reali di Kaunolu.
Nella generazione successiva, con il re Kamehameha I, gli hawaiani praticavano il “lele kawa” in una competizione, dove venivano valutati lo stile del tuffo e la quantità di schizzi durante l’ingresso.
Il salto di Kahekili a Kaunolu è sempre stato considerato sacro, anche se la tradizione di “lele kawa” è stata per lungo tempo dimenticata.
La Quebrada, o “The Break”, è il nome della famosa roccia di Acapulco, dalle quale nel 1934 il tredicenne Enrique Apac Rios saltò per la prima volta nella storia. I tuffatori che si lanciano da questa scogliera prendono il nome di clavadistas, sono principalmente abitanti del posto privi di ogni formazione professionale.
Il dirupo ha un’altezza di 45 metri anche se i salti avvengono per lo più da una quota di 35 metri. Il fondale è profondo poco di quattro metri. I tuffi in questo punto hanno un’elevata pericolosità non solo per la considerevole altezza, ma soprattutto per il flusso e riflusso del mare sottostante. Infatti un errato calcolo ed il conseguente tuffo durante la fase di bassa marea, potrebbe portare al mortale impatto con le rocce sommerse. La caduta dura circa tre secondi e la fase di alta marea dovuta alle onde che entrano nell’insenatura ha una durata di circa cinque secondi, quindi i tuffatori hanno un margine di errore di circa due secondi. Durante le ore notturne la stessa impresa viene fatta con un torcia in mano mantenuta durante tutto il tempo del tuffo.
In 80 anni di tuffi nessun tuffatore è mai morto, e secondo la tradizione è la Vergine di Guadalupe, che veglia su di loro; prima di ogni esibizione infatti ogni tuffatore prega presso il santuario a lei dedicato, una statua della Vergine che si trova in cima alla scogliera e, il 12 dicembre, giorno della festa di questa Vergine, i tuffatori freestyle saltano in mare per onorarla.
1.1 La storia.
Fino agli anni ‘90, venivano organizzate soltanto sporadiche competizioni di high diving, poiché non c’era una federazione o una organizzazione dedita alla promozione di questa disciplina.
A partire dal 1990 sono nate due organizzazioni: “FEDEMAR”, presieduta da Vittorio Zanetti, e “MARMEETING”, presieduta da Oreste Varese, le quali organizzavano annualmente diverse competizioni. Le due organizzazioni avevano un regolamento molto simile anche se le regole specifiche, che erano decisive ai fini della gara, non erano state avvalorate da alcuna federazione. Gli stessi promoter, non essendo essi stessi tuffatori dalle grandi altezze non avevano la giusta esperienza per poter scrivere un regolamento unico. Infatti il numero di tuffi e il grado di difficoltà che ogni high diver doveva eseguire, era deciso dal promoter. Il primo tuffatore a ribellarsi a questo sistema fu lo svizzero Frederic Weill, il quale riteneva che il suo tuffo dovesse avere una coefficiente di difficoltà maggiore. Sebbene la sua idea fosse corretta, anziché collaborare con le organizzazioni ai fini del miglioramento di questo sport, diede vita ad una sua organizzazione, WHDF (World High Diving Federation), ed annualmente cominciò ad organizzazione una competizione in Svizzera. Dopo un paio di anni provò ad imporrare ai tuffatori di gareggiare unicamente nelle gare organizzate dalla WHDF, evitando di partecipare a quelle di FEDEMAR, MARMEETING e a quelle di Acapulco in Messico. I tuffatori si opposero. A quel punto i promoter, senza una federazione che li indirizzasse erano indipendenti l’un l’altro. Qualche mese dopo la WHDF cercò di imporre un contratto ai tuffatori, alcuni lo firmarono altri invece sì rifiutarono.
Tra coloro i quali si opposero c’erano Dustin Webster e un ex tuffatore, Ronald McDonald; quest’ultimo propose di creare un’organizzazione di atleti e stilare un regolamento approvato all’unanimità. Quest’associazione prese il nome di PHDA (Professional High Divers Association). Gli atleti accettarono l’idea ma non ci fu il tempo necessario per pianificare il tutto. Ronald Mc Donald e un suo collaboratore, Bruce Cant, stilarono un regolamento e nuovi DD (Degree of Difficulty) che però non erano in linea con le idee dei tuffatori. Le difficoltà nascevano dal fatto che il regolamento era stato scritto da ex atleti che non gareggiando da molto non erano al passo con i tempi e con l’evoluzione di questo sport. Le gare del Marmeeting e di Acapulco si svolsero utilizzando il regolamento della PHDA, e immediatamente si palesarono i problemi che gli atleti stessi avevano previsto. Non c’era comunicazione tra i tuffatori e la nuova associazione, che pur essendo nata per curare gli interessi degli high divers non dava loro voce in capitolo. Gli atleti quindi decisero di cambiare il sistema dei tuffi dalle grandi altezze aspirando alla creazione di una federazione, composta da un gruppo di esperti, quali giudici, organizzatori, atleti che lavorassero insieme per intraprendere questo cammino.
Finalmente, nel 2001 i tuffatori si unirono dando vita ad una forte organizzazione che chiamarono CDA (Cliff Diving Alliance). Il gruppo di oltre 40 atleti del passato e del presente discussero del livello raggiunto da questo sport e di come potessero stabilire le linee guida che garantissero la sicurezza e l’equità delle competizioni, consentendo a ciascun promoter di eventi di conservare la propria identità di gara. Gli atleti della CDA lavorarono insieme mettendo ai voti ogni singola voce del regolamento che andavano a creare; decisero di creare un DD universale che fosse valido per un sport in evoluzione. Larry Flewelling mise in atto questa proposta creando uno straordinario DD che poteva essere facilmente modificato per adattarsi a nuovi tuffi che nessuno aveva mai immaginato si potessero effettuare.
I membri della CDA invitarono i promoter ad utilizzare il nuovo regolamento, lasciando loro la libertà di organizzare l’evento in totale autonomia. MARMEETING, FEDEMAR, RED BULL e gli organizzatori di Acapulco e Cina, entusiasti del lavoro svolto dalla nuova organizzazione, adottarono il regolamento e le linee guida della CDA. L’unica organizzazione che si oppose fu la WHDF. Per questo motivo molti atleti non parteciparono alle gare organizzate da questa associazione.
Con il supporto di MARMEETING, FEDEMAR, RED BULL e delle organizzazioni cinesi e messicane, la CDA diventò un’idea di successo. Finalmente gli atleti ricevettero la considerazione che volevano da sempre.
Negli anni successivi ci sono stati diversi atleti capaci di guidare i cambiamenti. Orlando Duque e Joe Zuber sono stati i campioni assoluti dopo la riforma dello sport alla fine degli anni ’90 e all’inizio del 2000.
Una volta creato il nuovo assetto, così come era stato pianificato, la CDA poteva essere sciolta ⃰ .
⃰ Dustin Webster ex tuffatore dalle grandi altezze e attuale formatore di coach FINA
Oggi la FINA, ha riconosciuto la validità del Cliff Diving, da sempre considerato un’esibizione spettacolare, elevando questa disciplina a sport mondiale.
1.2 Promoter.
In Europa una delle prime organizzazioni ad interessarsi ai tuffi dalle grandi altezze è stata la FEDEMAR (Federazione Europea Sport del Mare), che dal 1988 fino al 2012 ha organizzato la “Coppa del mondo” che ha toccato diverse località come Italia, Spagna, Portogallo, Canada, Bosia – Erzegovina. L’altezza della piattaforma era compresa tra 24-26 metri e durante le competizioni si facevano solamente due tuffi, in quanto c’era la convinzione che il corpo non potesse sopportare più di due salti. In un secondo momento furono introdotti tre tuffi, di cui uno con un coefficiente di difficoltà obbligatorio e gli altri due con un coefficiente di difficoltà libero. Infine nelle ultime edizioni ci fu un’ulteriore cambiamento con la gara strutturata attraverso tre tuffi con coefficiente di difficoltà libero.
Un’altra organizzazione che ha creduto in questo sport e che ha appoggiato la sua crescita negli anni, è MARMEETING una manifestazione che nasce nel 1985 come una rassegna di sport legati al mare. I tuffi dalle grandi altezze hanno fatto il loro ingresso nel Marmeeting dal 1985. La manifestazione che fu la prima del genere in Italia, si svolse ad Amalfi e vide la partecipazione della nazionale italiana di tuffi allora diretta da Klaus Di Biasi. In quell’occasione la piattaforma era posta ad un’altezza di 17 metri, la più alta in quegli anni. A partire dal 1996 nacque la “Mediterranen Cup High Diving Championship”, presso il fiordo di Furore – Costa d’Amalfi. Nelle edizioni del’96-’97-’98, la piattaforma era posta all’interno di una prestigiosa villa nei pressi del fiordo di Furore ad un’altezza di 25 metri con una profondità del mare nel punto d’impatto di dodici metri. A partire dal 1999 la piattaforma, posizionata sul ponte di Furore, raggiunse per la prima volta l’altezza di 28 metri con un profondità nel punto d’impatto di circa nove metri. Inoltre in questi anni lo sport iniziòanche ad avere un enorme riscontro televisivo mediante la divulgazione effettuata da emittenti londinesi, statunitensi e italiane (Rai).
Una svolta nella diffusione dei tuffi dalle grandi altezze si è avuta con l’ingresso della RED BULL, multinazionale che promuove il proprio prodotto attraverso eventi legati a sport estremi. La prima competizione si è svolta a Polignano a mare nel 2008 con una piattaforma, appositamente costruita su una villa privata, posta ad un’altezza di 26 metri e con una profondità d’impatto di circa 5 metri. Dal 2009 la Red Bull ha organizzato il “Red Bull Cliff Diving World Series” che è un circuito di eventi caratterizzato da diverse tappe, in ogni parte del mondo. A partire dal 2014 le donne hanno fatto il loro ingresso all’interno del circuito Red Bull.
Ad oggi il “Red Bull Cliff Diving World Series” ha raggiunto 70 tappe svolte in 34 paesi.
Nel 2013 i tuffi dalle grandi altezze hanno fatto il loro debutto nei “Campionati mondiali di nuoto FINA” a Barcellona e da allora sono stati inseriti anche nei mondiali del 2015 a Kazan in Russia e nel 2017 a Budapest in Ungheria. Inoltre la FINA dal 2014 organizza annualmente il “FINA High Diving World Cup”.
1.3 Le donne.
La donna ha sempre incarnato valori quali la grazia, la bellezza e la sensibilità; valori che in molti sport non sono presenti. Lo sport è infatti nato per mettere in evidenza qualità propriamente maschili, quali virilità e forza. Per questo motivo l’ingresso delle donne in ogni disciplina è sempre tardivo.
La prima donna a tuffarsi da un’altezza di 25 metri è stata la canadese Chantal La Forest, che nel 1997, si esibì al Marmeeting tuffandosi dalla stessa piattaforma degli uomini. Detentrice di vari record a livello internazionale, La Forest è stata la più apprezzata stuntwoman nel panorama cinematografico oltreoceano di quegli anni.
La seconda esibizione di una donna nei tuffi dalle grandi altezze si è verificata nel 2003 durante il 17° Marmeeting, da un’altezza di 28 metri. Si tratta di Svetlana Sergeichuk, un’atleta ucraina di 36 anni che ha cominciato tuffandosi dal trampolino da giovanissima, per poi approdare alle grandi altezze per confrontarsi con i migliori tuffatori del mondo. La spettacolarità dei suoi tuffi era il risultato della combinazione di tre elementi caratteristici del programma di allenamento dell’Unione Sovietica: il coraggio, la grazia e la forza.
Nel 2014 è stata introdotta nel circuito Red Bull la “Women’s World Series”. Il numero delle atlete è cresciuto negli anni. Ad oggi partecipano al circuito Red Bull e alle gare FINA, undici truffatrici.
Fatta eccezione per le due tuffatrici sopra menzionate, la piattaforma femminile è attualmente posizionata ad un’altezza di 20 metri.